mercoledì 14 novembre 2012

Massimo Caputi

Massimo Caputi, ingegnere, imprenditore e manager esperto in finanza immobiliare, è stato Amministratore Delegato di Fimit SGR, Sviluppo Italia e Grandi Stazioni. In questi giorni se ne sta parlando motlissimo in relazione a Prelios. Pare giusto quindi presentarne un profilo.

Massimo Caputi
Massimo Caputi
Caputi nasce a Chieti l’11 Dicembre 1952.
Dopo gli studi, nel 1981 trasforma lo studio di ingegneria civile di famiglia in una società operativa più ampia e strutturata. Nel 1983 nasce Proger, che diventa uno dei player di riferimento nella progettazione e direzione di grandi opere. Massimo Caputi ne cura lo sviluppo e la gestione dei progetti, per oltre 1 miliardo di lire, in particolare il porto turistico di Pescara, ai tempi il maggiore porto turistico dell’Adriatico. Il collocamento dei posti barca fu il più rapido mai avvenuto in Italia.

Nel 1996, Massimo Caputi cede la sua quota Proger e viene nominato dalle Ferrovie dello Stato Amministratore Delegato, della società di scopo Termini Spa, che nel 1998 diventa Grandi Stazioni, dove ricopre lo stesso ruolo sino al 2002.
Il progetto è portare "all’utile” la gestione della Stazione Ferroviaria di Roma Termini.
Nel 1999 iniziano i lavori di riqualificazione e il piano di valorizzazione commerciale, il Giubileo del 2000 è alle porte e Massimo Caputi riesce, in soli 11 mesi, a portare a termine il progetto.
Nel 2001, all’apice della gestione con utili e ricavi che crescono a doppia cifra, Massimo Caputi porta a conclusione il processo di privatizzazione di Grandi Stazioni. La vendita porterà una cordata di azionisti privati ed esteri al 40% delle quote con un incasso di 280 milioni di euro per l’azionista dello Stato italiano.

Nel 2002, l’allora Ministro dell’Economia Giulio Tremonti decide di rilanciare l’Agenzia Nazionale per l’Attrazione degli Investimenti, denominata Sviluppo Italia e nomina Massimo Caputi Amministratore Delegato della holding. Con una imponente riorganizzazione e ristrutturazione societaria, Massimo Caputi inizia un rapido recupero di efficienza della struttura e progetti di rilancio infrastrutturale con un focus al mondo del turismo, della digitalizzazione, del trasporto marittimo, del recupero dei siti turistici storici. In tre anni di gestione, Caputi riesce nell’impresa di dotare l’Agenzia di una missione precisa e di sottoporre all’attenzione pubblica i settori cruciali dell’economia italiana, il turismo e l’agroalimentare. Gli investimenti crescono sino a superare il miliardo di euro e i posti di lavoro creati arrivano a decine di migliaia all’anno. L’efficienza gestionale si misura anche dagli utili che superano i 10 milioni di euro.

Massimo Caputi in Fimit
Nel 2000 Massimo Caputi entra nel mondo della finanza immobiliare diventando Amministratore Delegato di Fimit Sgr, una società di gestione del risparmio nata nel 1998 per iniziativa di Medio Credito Centrale e INPDAP ma affossata al tempo da una gestione ancora impreparata alla sfida. L’ingresso di Massimo Caputi segna la svolta. Nel 2002 arriva il collocamento del primo fondo per la Sgr, Fondo Alpha, il primo fondo ad apporto pubblico in Italia e primo fondo immobiliare ad essere quotato presso la Borsa Italiana di Milano. Il successo si consolida nel 2004 con il collocamento e la quotazione del Fondo Beta che ottiene un record di domanda con un bid-to-cover pari ad 1,3 volte l’offerta. Nel 2006 arriva il primo fondo con focus dedicato al settore turistico ed entertainment. Il fondo Delta raggiunge una raccolta da record di ben 210 mln di euro in fase di collocamento.

Massimo Caputi lascia la guida di Fimit dall’inizio del 2007 per rientrarvi nel luglio 2008 come azionista, rilevando una quota della Sgr, e Amministratore Delegato. A fine 2008, Massimo Caputi porta soluzioni alla situazione diffusa nel sistema bancario italiano. Con i fondi Omega e Omicron Plus, Intesa San Paolo e Unicredit apportano oltre 500 immobili per un controvalore di quasi 2 miliardi di euro. Per il fondo Omicron Plus, oltre 1 miliardo di asset, l’intero collocamento delle quote avviene in soli 18 giorni lavorativi. Nel 2009 anche Fondiaria-SAI affida parte del suo patrimonio immobiliare a Fimit Sgr e nasce il fondo Rho. Tutte queste operazioni sviluppano e consolidano la leadership di Fimit Sgr come player di riferimento nazionale e di Massimo Caputi come Top Manager.

Il successo di Massimo Caputi nel creare valore per gli azionisti si conferma nel 2011, con la nascita di IDeA Fimit Sgr. Nata dalla fusione per incorporazione di Fimit Sgr, già leader di mercato con oltre 5 miliardi di patrimonio gestito, e First Atlantic Real Estate (FARE), IDeA Fimit Sgr è il più grande player del settore dei fondi immobiliari in Italia ed il quarto in Europa per asset under management. Ad aprile 2012 Massimo Caputi esercita il suo diritto di put e cede la sua quota in IDeA Fimit.

Massimo Caputi è attualmente presidente di Feidos.





domenica 11 novembre 2012

Massimo Caputi nuovo socio forte Prelios

Massimo Caputi, alla guida di Feidos, e i soci del patto di sindacato capitanti dalla Camfin di Marco Tronchetti Provera hanno approvato ieri una ristrutturazione di massima per Prelios, che prevede un aumento di capitale leggermente superiore all'originale (e pari a circa 200 milioni, di cui 100 in contanti), un bond convertendo da 200 milioni in capo alle banche - con durata massima di sette anni - e un rifinanziamento dei debiti a condizioni meno onerose per circa 250 milioni.

Massimo Caputi
Massimo Caputi
Dopo tre mesi di trattative Prelios ha così finalmente trovato un accordo con le banche per risanare i conti della società immobiliare gravata da oltre 500 milioni di debiti e scongiurare il rischio di fallimento.

"Un pool di otto istituti rinegozierà a tassi più favorevoli 200 milioni di crediti senior e un'altra linea da 50 milioni che sarà ancor più garantita rispetto a tutti i finanziamenti in essere. Lo schema dell'operazione, a cui stanno lavorando gli istituti coinvolti - tra cui Unicredit, Intesa Sanpaolo, Bpm, Mps, Carige e Centrobanca - insieme agli advisor e ai legali dei soci del patto di sindacato, deve essere ancora definito nei dettagli, e dal momento che è diverso dall'impianto iniziale, dovrà essere approvato da un cda straordinario di Camfin, convocato apposta per domani, e da quello di Prelios che invece era già in agenda martedì. Il gruppo immobiliare procederà senza indugio agli aumenti di capitale riservati all'ingresso del nuovo socio industriale, la Feidos di Massimo Caputi, e convocherà un'assemblea il prossimo 18 dicembre, per dare il via libera a quella parte di ricapitalizzazione riservata al mercato, e comunque garantita dagli istituti esposti e dagli attuali azionisti. Al completamento del processo di ristrutturazione, e una volta che si saranno verificate le condizioni per il convertendo, Prelios sarà controllata per il 20% dai soci dell'attuale patto insieme a Feidos, per un 30% dalle banche creditrici e per un 25% circa da un veicolo senza diritto di voto i cui azionisti saranno le banche, Massimo Caputi e Pirelli (primo tra i creditori di Prelios con un'esposizione di 160 milioni).

Così sul mercato dovrebbe restare almeno un 20-25% del capitale, in modo da garantire un'adeguata liquidità al titolo. Resta inteso che una volta risanata l'azienda le banche faranno quanto in loro potere per ricreare un flottante adeguato. Ora che tutti gli interessati hanno trovato un compromesso per risanare Prelios dal punto di vista finanziario, Massimo Caputi e Tronchetti Provera dovranno portare avanti un piano industriale, che si preannuncia abbastanza aggressivo e che punta a tagliare i costi della holding a beneficio delle società operative e dei servizi."

(da "Le banche salvano Prelios, Massimo Caputi nuovo socio forte"su Repubblica)

venerdì 26 ottobre 2012

MeCa, il Mercato milanese della casa

A Palazzo Giureconsulti arriva l’edizione 2012 di MeCa, il Mercato milanese della casa, evento rivolto ai privati e dedicato alla compravendita e alla locazione degli immobili. Da sabato 27 a lunedì 29 ottobre si potranno conoscere meglio i meccanismi che regolano i rapporti tra le parti, ma anche accedere a un pacchetto di informazioni utili sia per scegliere a ragion veduta gli interlocutori più adatti, sia per selezionare gli immobili alla ricerca magari della casa sempre sognata, nonchè affrontare la parte burocratica e finanziaria con maggiori elementi di competenza. Oltre agli spazi espositivi, con la presenza di realtà private (Istituti bancari, sviluppatori, costruttori e Agenzie immobiliari), saranno attive aree di consulenza e sono previsti convegni e incontri di approfondimento con i professionisti del settore. A cura di OSMI (Organizzazione servizi per il mercato immobiliare).
Sito: http://2012.mecamilano.it/pagina/meca/levento

lunedì 15 ottobre 2012

Quanto costano le case di lusso?

Quanto costa comperare una casa di lusso?
Vediamo quali sono i prezzi a Milano e a Roma.

"A Milano le cifre più elevate si spendono nel Quadrilatero (14.900 euro/mq) e a Venezia-Duse (11.300 euro/mq). Più distaccate le altre zone: Magenta (9.000 euro/mq), Brera-Garibaldi (8.800 euro/mq) e centro storico (8.700 euro/mq).
A Roma la spesa va dai 12.600 euro/mq in media nel centro storico ai 9.280 euro/mq del quartiere Prati fino agli 8,700 euro al metro della zona Vigna Clara Camilluccia.
Tra le transazioni più significative a Milano c'è la vendita di un attico e superattico di nuova costruzione delle dimensioni di 430 metri quadrati in zona Magenta per 4,4 milioni di euro, mentre a Roma è passato di mano un attico ai Parioli, in un edificio di pregio, di oltre 500 mq con terrazzi per 4,2 milioni".

(da Il sole 24 ore "Case di lusso nel mirino della crisi")

venerdì 12 ottobre 2012

Massimo Caputi ha l'esclusiva su Prelios

Massimo Caputi immobiliare
Massimo Caputi
Importante passo in avanti verso il rilancio di Prelios. Il cda della ex Pirelli Real Estate, riunitosi ieri per esaminare le offerte presentate da Fortress dalla Feidos di Massimo Caputi, ex numero uno di Fimit, ha deciso di concedere a quest'ultima l'esclusiva di un mese per definire le condizioni del rafforzamento patrimoniale, con contestuale ingresso nel capitale di Prelios del nuovo socio, e di ristrutturazione del debito da 550 milioni.
Alla deliberazione del cda non ha partecipato Davide Malacalza che, con una lettera inviata poco prima dell'inizio della riunione, ha formalizzato le dimissioni, ribadendo le critiche relativea presunte irregolarità del procedimento consiliare e all'insussistenza dei presupposti per la continuità aziendale. Critiche che tuttavia non hanno trovato riscontro né da parte del collegio sindacale né presso la società di revisione. Va dunque avanti il processo di rilancio della società avviato nel corso dell'estate e sul quale sembra esserci coesione tra gli azionisti del patto di sindacato cui fa capo il 21,29%, oltre che la disponibilità del sistema bancario. Nei prossimi giorni saranno messia puntoi dettagli dell'operazione che dovrebbe portare all'ingresso della cordata targata Massimo Caputi (assistita da Banca Leonardo), nel capitale della società.

Esiste già uno schema di massima, che dovrà comunque essere affinato, anche per tenere conto del rischio di opa obbligatoria su Prelios (affiancata da Lazard). Tutto si dovrà definire entro la fine di novembre anche perché l'operazione è alquanto articolata e le tecnicalità tutte da definire. Massimo Caputi e i suoi alleati (tra questi figura l'imprenditore Giuseppe Cornetto Bourlot, presidente della cordata) hanno proposto di varare un aumento di capitale complessivo da 135 milioni. Di queste risorse fresche, 25 milioni arriveranno da Feidos tramite un aumento di capitale riservato, che dovrebbe essere sottoscritto dalla newco Feidos 11. Altri 25 milioni saranno invece stanziati dagli attuali aderenti al patto di sindacato (Camfin, che ne metterà 17,6, Mediobanca, Benetton, Generali, Intesa Sanpaolo e Massimo Moratti), che «hanno espresso per iscritto la loro disponibilità a supportare» l'operazione.

Mentre i restanti 85 milioni saranno chiesti al mercato. E una parte di queste risorse - si dice 25 milioni -dovrebbero essere garantite da investitori che già si sono detti disposti a partecipare al rilancio come il fondo inglese Euro Ventures Ltd. Il resto è lasciato ai risparmiatori. Per cautelarsi nel caso in cui questi ultimi non dovessero interamente sottoscrivere l'aumento per la quota di loro spettanza (60 milioni), le banche creditrici (principalmente Intesa e Unicredit) si sono dette disponibili a garantire l'eventuale inoptato attraverso la conversione di crediti per circa 30 milioni. L'offerta di Feidos si basa anche su una revisione della struttura finanziaria del debito, che prevederebbe una suddivisione in due tranche: la prima, da 250 milioni, dovrebbe mantenere lo status di debito senior con scadenza al 2018 e interessi maggiormente sostenibili, mentre sui restanti 300 milioni le parti stanno ancora valutando le eventuali soluzioni. Una di queste riguarderebbe le partecipazioni e gli asset in portafoglio di Prelios.

Al termine dell'operazione di rafforzamento patrimoniale si modificherebbe l'assetto azionariato con un nuovo asse paritetico tra gli attuali soci riuniti nel patto di sindacato e Feidos. L'opzione sulla quale si sta ragionando prevederebbe il raggiungimento di una quota comune pari al 29,9% per evitare l'opa, dalla quale, in caso di superamento, verrebbe comunque chiesta l'esenzione per motivi di ristrutturazione societaria. «L'obiettivo del pool di investitori riuniti attorno a Feidos è trasformare Prelios, anche grazie a un immediato aumento di capitale, in un polo europeo di servizi immobiliari e finanziari. Abbiamo già individuato un manager di standing internazionale e grande esperienza nel settore immobiliare cui affidare la guida della società», specifica Massimo Caputi che non dovrebbe avere un ruolo operativo nel nuovo soggetto. E che l'ex manager di Sviluppo Italia Fimit sia seriamente interessato a chiudere positivamente e in tempi rapidi l'operazione lo dimostra il fatto che si è impegnato con le banche creditrici a presentare la lista dei potenziali membri del nuovo cda di Prelios nell'arco di una settimana. Tra questi ci sarà il nuovo ad, che prenderà il posto di Paolo Bottelli. Uno dei nomi che circola sul mercato è quello dell'attuale ad di Generali Real Estate, Giancarlo Scotti.
(da Milano Finanza "Massimo Caputi ottiene l'esclusiva su Prelios")

martedì 9 ottobre 2012

Case di lusso: a Milano è crisi

Anche il lusso perde i primi colpi per via della crisi. Il settore, una nicchia che finora a qualche mese fa aveva tenuto la posizione grazie alla peculiarità degli oggetti in vendita, a una domanda vivace, anche straniera, e a prezzi che non avevano risentito in maniera consistente della congiuntura, non riesce a restare ai confini della crisi. È quanto confermano i dati dell'Osservatorio sulle residenze esclusive pubblicato da Tirelli & partners in collaborazione con Nomisma.

Nel primo semestre 2012, il mercato delle abitazioni esclusive a Milano si conferma infatti rarefatto in termini di transazioni concluse. In due anni la percentuale di immobili venduti, sul totale dell'offerta, è scesa dal 24,9% al 7%.
Nella Capitale, invece, la domanda è tuttora vivace. A Roma torna a crescere la componente della domanda in arrivo da Paesi stranieri e pari oggi al 5% del totale delle richieste.
A Milano invece la percentuale è limitata al 2% e proviene unicamente da cittadini europei. «Il mercato è fermo – spiega Marco Tirelli, Senior Partner di Tirelli & Partners –. Molte richieste economiche sembrano irraggiungibili mentre la domanda è sempre più "attendista" e aspetta che arrivi il ventilato calo dei prezzi».
A Milano finora le quotazioni sono scese del 2,3% su base semestrale e del 3,2% su base annuale. Ben più ampia è invece la forbice dello sconto: in due anni si è passati dal 4,9% al 12,4%. A Roma il calo dei prezzi su base semestrale si è attestato al -2% per l'usato e al 2,2% per il nuovo.
Sempre nel capoluogo lombardo i tempi di vendita in due anni sono raddoppiati fino ad arrivare oggi a 14 mesi (5,6 mesi a Roma).
Se si guarda alle singole zone a Milano hanno tenuto sotto il profilo delle vendite l'area Magenta, Venezia-Duse (da sempre caratterizzate da un'offerta limitata e da una domanda costante) e Brera-Garibaldi, che tra le zone esclusive di Milano è quella più effervescente. È il centro storico a guadagnare la maglia nera.
A Roma la domanda vivace si concentra nel centro storico, nella zona Parioli-Salario-Trieste e di Vigna Clara. Inadeguata è però l'offerta per mancanza di proprietà. Contrazioni marcate in zone come Pinciano Veneto e Prati.
E i top prices, ossia i valori per le residenze più esclusive che superano i 250 mq e hanno caratteristiche di unicità, pagano le conseguenze della congiuntura negativa: a Milano nel semestre infatti sono diminuiti i top price di tutte le zone, esclusa Venezia-Duse, tanto che il valore medio del segmento è passato da 16.500 €/mq agli attuali 14.700 €/mq.
A Roma il segmento top prices, invece, ha mantenuto la posizione e si attesta su quotazioni medie di 15.300 euro al metro. Ma se a Milano lo sconto è arrivato in media al 12%, a Roma si attesta al 18% con ampie oscillazioni fino al 25% della zona Parioli-Salario-Trieste.

(da Il sole 24 ore "Case di lusso nel mirino della crisi")

venerdì 5 ottobre 2012

Gli italiani investono in case a Londra

L'amore tra gli acquirenti italiani e Londra non è storia recente. Ma negli ultimi tempi è diventato più intenso, tanto che sono decisamente aumentati gli acquisti di abitazioni da parte di nostri connazionali nella Capitale inglese.
Secondo Scenari Immobiliari nel primo semestre 2012 c'è stato un boom di acquisti da parte di italiani a Londra, tanto che abbiamo superato i russi. Già nel 2011, come attestava una ricerca della Royal institution of chartered surveyors, i volumi degli investimenti immobiliari nella capitale inglese erano aumentati del 30% rispetto all'anno precedente, con un ruolo preminente degli italiani.
«E sempre più nostri connazionali sono interessati a mettere a reddito il proprio investimento, attraverso l'affitto breve - spiegano da Halldis, società specializzata proprio nelle locazioni a breve - dove l'80% dei nostri proprietari è italiano e il tasso di occupazione medio dei nostri appartamenti è del 75%». Il mercato degli affitti a Londra si mostra molto promettente: la richiesta è aumentata del 35% rispetto al trimestre precedente. Al contempo, i prezzi degli affitti continuano ad aumentare a causa del forte divario tra la domanda e l'effettiva disponibilità immobiliare.
La zona che offre maggiori potenzialità di resa dell'investimento se dedicato agli affitti brevi è la cosiddetta Zona 1 di Londra, la più centrale, intorno ad Hyde Park e Kensington Garden. Knightsbridge è tra le zone più richieste, dove arabi, russi, iraniani e inglesi si dividono il territorio. Proprio qui (insieme a Hyde Park e Marylebone) secondo Knight Frank nell'arco degli ultimi 12 mesi si sono registrati i record dei rincari: +14% nell'anno rispetto al 10% di media.

(da Il Sole 24 Ore "Italiani a Londra per fare cassa con affitti brevi")

lunedì 17 settembre 2012

Crisi immobiliare per gli uffici. Le abitazioni tengono

Il settore real estate resta sotto osservazione.
Margini di crescita secondo qualcuno potrebbero essercene ancora ma sempre selezionando con cautela aree e segmenti.
A livello geografico in Usa a un anno la performance è stata del 37% (a tre oltre il 100%). Nei paesi emergenti a un anno l'indice ha messo a segno +9,5% mentre nel Vecchio continente lo Stoxx Europe 600 Real Estate ha messo a segno solo l'11,42 per cento. In Europa il settore degli uffici ha risentito della crisi in Eurolandia.
Gli investimenti diretti negli immobili commerciali italiani hanno registrato un crollo nel secondo trimestre 2012.
Secondo il broker immobiliare Cbre, nel secondo trimestre, il volume delle transazioni nel settore degli immobili commerciali ha toccato i 382 milioni di euro (-54% rispetto al 2011). Prospettive più stabili per gli immobili residenziali di qualità.
(da PLUS 24 "Settore immobiliare: rallentano gli uffici, tengono le case")

lunedì 10 settembre 2012

Crisi del real estate: settore ancora sotto osservazione

Resta sotto osservazione il settore real estate. Margini di crescita secondo qualcuno potrebbero essercene ancora ma sempre selezionando con cautela aree e segmenti. A livello geografico in Usa a un anno la performance è stata del 37% (a tre oltre il 100%). Nei paesi emergenti a un anno l'indice ha messo a segno +9,5% mentre nel Vecchio continente lo Stoxx Europe 600 Real Estate ha messo a segno solo l'11,42 per cento. In Europa il settore degli uffici ha risentito della crisi in Eurolandia. Gli investimenti diretti negli immobili commerciali italiani hanno registrato un crollo nel secondo trimestre 2012. Secondo il broker immobiliare Cbre, nel secondo trimestre, il volume delle transazioni nel settore degli immobili commerciali ha toccato i 382 milioni di euro (-54% rispetto al 2011). Prospettive più stabili per gli immobili residenziali di qualità.
(da Plus 24 "Rallentano gli uffici, tengono le case")

sabato 8 settembre 2012

Massimo Caputi sonda nuovi partner per la cordata Prelios

Massimo Caputi
Massimo Caputi
Massimo Caputi sta lavorando a un’offerta per entrare nel capitale di Prelios. La famiglia Merloni è in uscita dalla cordata.
«Merloni ha deciso di non andare avanti con l’investimento in Prelios. Massimo Caputi sta sondando altri possibili partner», dice una fonte a Reuters che ha aggiunto che nuovi possibili partner in arrivo al fianco dell’ex socio di Idea Fimit.
«Si va verso l’ipotesi di un’uscita di Merloni e di un coinvolgimento, invece, di Roberto Haggiag», conferma una seconda fonte che non esclude l’arrivo di altri investitori».
Haggiag appartiene a una storica famiglia di produttori cinematografici e siede nel Consiglio di amministrazione di Camfin, maggiore azionista di Prelios.

mercoledì 5 settembre 2012

Prelios: summit con la cordata Merloni-Caputi e Fortress

Si sono dati appuntamento questa mattina i vari soggetti coinvolti nella trattativa per la ricapitalizzazione della società immobiliare: dai manager di Prelios (la società è controllata con un patto di sindacato fra Camfin, Assicurazioni Generali, Edizione, Intesa Sanpaolo, Massimo Moratti e Mediobanca che riunisce il 21,3% delle azioni) fino ai potenziali acquirenti (la cordata Merloni-Caputi, da una parte, e il gruppo americano Fortress dall'altra) che si troveranno con i responsabili delle banche finanziatrici di Prelios, con in prima fila Unicredit e Intesa Sanpaolo. All'incontro parteciperanno anche gli advisor: Lazard per conto di Prelios, Leonardo & Co e i legali di Gianni Origoni Grippo Cappelli per la cordata Merloni-Caputi e gli advisor di Mediobanca per il gruppo Fortress. (da Il Sole 24 Ore: Summit con le banche per Prelios)

martedì 28 agosto 2012

Milano Santa Giulia: Risanamento tratta con Hines

Da Il Sole 24 Ore: Una altra giornata sugli scudi per Risanamento, ieri a Piazza Affari in rialzo del 18,54% (a quota 0,14 euro) dopo essere finita nuovamente in asta di volatilità. Ma se mercoledì a far impennare il titolo (cresciuto di oltre il 21%) erano state le indiscrezioni su un possibile interesse di Hines per l'area di Milano Santa Giulia, ieri gli acquisti sono stati innescati dalla conferma dei rumors da parte della società immobiliare. In un comunicato diffuso su richiesta di Consob, Risanamento spiega, infatti, che «a fine luglio vi sono stati contatti iniziali, aventi ad oggetto l'area Milano Santa Giulia, tra il proprio advisor finanziario ed Hines Sgr Spa». Il gruppo, però, continua la nota «non ha ricevuto alcuna comunicazione formale in merito».
Si continuano, quindi, ad esplorare ipotesi per valorizzare gli 1,2 milioni di metri quadri di cui 614mila edificabili, che Luigi Zunino aveva deciso di trasformare in una zona residenziale di lusso. Una volta sfumato il progetto della «città ideale», sull'area era stata avviata una trattativa con una cordata guidata da Stefano Stroppiana, anch'essa però senza risultati. Recentemente avrebbe esaminato il dossier Idea Fimit (che secondo alcune indiscrezioni potrebbe farsi avanti tra settembre e ottobre) cui si affianca ora Hines, guidata in Italia da Manfredi Catella e già attiva in progetti di sviluppo urbano a Milano, nell'area Garibaldi-Repubblica.
In attesa di un esito della vicenda, Risanamento ha intanto chiesto alle banche finanziatrici del progetto una moratoria sul rimborso del debito e degli interessi fino al 31 dicembre del 2014; richiesta che, secondo il gruppo immobiliare, non avrebbe riscontrato particolari criticità.

lunedì 27 agosto 2012

Fondo Eracle: Generali Immobiliare SGR premiata da IPD

Da Massimo Caputi blog:
"Il Fondo Eracle, fondo d'investimento chiuso riservato a investitori istituzionali e gestito da Generali Immobiliare SGR, è stato premiato come ''Best performing Balanced Fund for Italy'' da IPD (Investment Property Databank), leader mondiale nell'analisi delle performance degli operatori del settore immobiliare.
Il premio è stato consegnato a Giovanni Maria Paviera, amministratore delegato di Generali Immobiliare Italia SGR, nel corso degli IPD European Property Investment Awards, a Francoforte."

Il Fondo Eracle, costituito nel 2008 tramite l’apporto di una parte del patrimonio immobiliare del Banco Popolare, ha un valore di mercato di circa 780 milioni di euro e una durata di 25 anni. Il portafoglio immobiliare è costituito da 456 immobili sul territorio nazionale, con una superficie lorda complessiva di oltre 324mila metri quadri. Generali Immobiliare Italia sgr, società di gestione specializzata nei fondi immobiliari, detenuta al 100% da Generali Real Estate, è nata nel 2006 e gestisce nove fondi immobiliari per un patrimonio complessivo di 5,4 miliardi di euro, composto da oltre 650 immobili per oltre 2 milioni di metri quadri complessivi.

Generali Real Estate è nata nel 2011 come unica entità per la gestione del patrimonio immobiliare del gruppo Generali e ha l’obiettivo di sviluppare l’attività anche per conto di investitori istituzionali terzi. Con un patrimonio complessivo in gestione di circa 28 miliardi di euro, è presente in dieci mercati - Italia, Francia, Germania, Austria, Spagna, Belgio, Olanda, Svizzera, Paesi dell’est Europa e Asia - dove opera attraverso strutture localizzate nei centri nevralgici di ogni mercato, con un team di 600 professionisti.

giovedì 23 agosto 2012

Cinque fondi ad alto rendimento cedolare

Report sui fondi immobilairi da Trend on line:

"Il mese di agosto appena concluso ha evidenziato un nuovo record di dividendi per il nostro portafoglio Top Analisti, che include in un unico modello le migliori raccomandazioni di un pannello di oltre 25 analisti e Guru internazionali. Negli ultimi 30 giorni abbiamo incassato ben 28 cedole, con una media di oltre un dividendo al giorno, per un totale di 4.142 dollari, in crescita di +3,5% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Complessivamente, negli ultimi 12 mesi, il totale dei dividendi ricevuti ammonta a 36.989 dollari, per un totale di 215 cedole ricevute. Il nuovo massimo di agosto è dovuto in particolare all’effetto congiunto di due componenti: l’aumento medio dei dividendi da parte delle 59 società che abbiamo selezionato per il portafoglio e il nostro costante lavoro di reinvestimento delle cedole, per sfruttare il potente effetto dell’interesse composto. Non a caso, Albert Einstein definiva l’interesse composto come la più potente forza di tutto l’universo. Il rendimento medio del portafoglio passa al 6,2% sul nostro valore medio di carico di tre anni fa, un valore quasi doppio rispetto al rendimento medio di obbligazioni di elevato rating. In questo modo, negli ultimi 3 anni abbiamo trasformato progressivamente questo modello in una potente macchina da reddito, a cui si abbina il forte capital gain realizzato nel periodo.

Dal 1 gennaio 2009 ad oggi il modello vanta crescite record, con una performance pari a +92,4%, contro un rendimento dell’indice S&P500 pari a +53,4% nello stesso periodo. Continuiamo a sfruttare i buoni flussi di cassa conseguiti, destinando il controvalore a nuovi investimenti ad elevato potenziale in grado di generare ulteriori entrate per i prossimi mesi. In questo contesto, nel report di oggi dedichiamo ampio spazio ai titoli immobiliari a dividendo contenuti nel modello, sull’onda delle cedole elevate recentemente distribuite e del ritrovato interesse degli investitori sul settore a livello internazionale. Vediamo ora nel dettaglio le variazioni da apportare ai nostri tre modelli di portafoglio."

martedì 14 agosto 2012

Il nuovo fondo immobiliare di Gallerie Auchan e Bnp Reim

Edoardo Favro
Da Massimo Caputi blog, un articolo uscito su Libero del 30 giugno:
"BNP Paribas REIM SGR p.A. e Gallerie Commerciali Italia Spa (Gci), società del gruppo Auchan, hanno costituito il fondo immobiliare chiuso di diritto italiano “Prime Shopping Value”. Gci apporterà al Fondo 15 immobili retail (13 gallerie commerciali e 2 retail park) distribuiti su tutto il territorio italiano, caratterizzati da contratti di affitto con esercenti e catene retail di alto standing. L’operazione, del valore di circa 700 milioni, verrà perfezionata al termine del collocamento delle quotedel Fondo a investitori istituzionali. «Siamo consapevoli di cosa significhi lanciare un progetto in questa fase storica. Siamo altresì convinti che gli investitori sapranno apprezzare la qualità del pacchetto proposto», ha detto Edoardo Favro, ad di Gci. Il rendimento obiettivo del fondo sarà sopra l’8%."

giovedì 9 agosto 2012

Mutui prima casa: il 6% è richiesto da coppie miste

Una recente indagine di Mutui.it rivela che il 6% dei mutui conintestati per l’acquisto della prima casa sono richiesti da coppie miste in cui uno dei due partner non è in possesso della cittadinanza italiana. La rilevazione è stata fatta prendendo in analisi un campione di più di 5mila richieste di mutuo per comprare la prima abitazione che sono state fatte sul sito negli ultimi dodici mesi, le coppie miste richiedono un mutuo con un importo mediamente più alto di quello medio nazionale: qui si arriva a 160 mila euro mentre il valore medio di un mutuo richiesto a livello del italiano è inferiore ai 140 mila.

Il  risultato tende a confermare quanto rilevato anche gli ultimi risultati comunicati dall’Istituto Nazionale di Statistica ovvero che nel 2010 nell’otto per cento dei matrimoni celebrati nel nostro Paese uno degli sposi non era italiano. Viene chiesto un finanziamento da parte delle coppie miste per circa il 73 %del valore complessivo della casa che stanno per comprare, abbastanza alta è la durata media del mutuo richiesto, intorno ai 25 anni, e vengono richiesti soprattutto mutui a tasso variabile, che rappresentano il 54% delle richieste, mentre solo il 37 % del totale richiede un tasso fisso.

Mutui.it ha analizzato anche la provenienza delle richieste di mutuo da parte di coppie miste: la maggior parte viene da Lombardia, quasi il 26%, Lazio ed Emilia Romagna; i Paesi di provenienza dei richiedenti del mutuo sono innanzitutto la Romania, quindi la Polonia e l’Albania e quasi il triplo sono le coppie miste in cui la donna è straniera.

lunedì 30 luglio 2012

Massimo Caputi: il punto del Real Estate


Massimo Caputi
Massimo Caputi
Massimo Caputi, figura chiave del settore immobiliare, ex Amministratore Delegato di Fimit SGR, Sviluppo Italia e Grandi Stazioni, ha presentato il suo nuovo sito, "Il punto del Real Estate".
Caputi era già molto attivo on line con un blog dallo stesso titolo, dedicato ai temi del settore immobiliare, un canale Twitter, uno Youtube e una pagina su Facebook.
L'indirizzo del sito è www.massimocaputi.com
Sono presenti, oltre al profilo biografico, una raccolta di fotografie e video, una rassegna stampa, interviste e articoli riguardanti il settore immobiliare.

venerdì 27 luglio 2012

Immobili italiani venduti all’estero: il business non tramonta

Sia a causa della crisi economica globale, sia a causa dell’applicazione dell’imposta municipale unica, la maggior parte di proprietari immobiliari italiani sta dirigendo il proprio sguardo verso il mercato estero dove le opportunità di vendita non vengono meno. Il sito internet gate-away.com ci fornisce alcuni dati a riguardo: nel giro di un anno gli immobili italiani in vendita o in affitto sul mercato immobiliare estero sono più che raddoppiati. In maniera ancor più puntuale, il portale rivela come i privati che hanno contattato il servizio per offrire il proprio immobile all’estero sono passati dai poco meno di 300 dei primi cinque mesi del 2011, agli 831 del 2012, con un incremento di 180 punti percentuali. Le richieste pervenute dalle agenzie immobiliari sono cresciute del 71,18%. Ma perché sta succedendo tutto questo? La risposta è semplice, il made in Italy all’estero continua a conservare  uno straordinario appeal; la passione per gli immobili di lusso e di maggior pregio (con un costo di mercato tra i 500 mila e un milione di euro) sembra essere destinata a non tramontare. Discreta è anche la richiesta di immobili di fasce inferiori.

mercoledì 18 luglio 2012

Generali Real Estate debutta con un un nuovo fondo d'investimento

Da Massimo Caputi blog, un articolo uscito su Finanza & Mercati:
"Vigilia da debutto per Generali Real Estate, la nuova società in cui sono confluite tutte le attività di servizi e di gestione immobiliare del Leone di Trieste e che diventerà operativa lunedì 2 luglio. Sebbene all’interno di un quadro preoccupante - un mercato asfittico, con domanda debole, offerta in crescita, prezzi che vacillano ma soprattutto scambi al lumicino, per le case come per gli altri immobili - l’esordio della nuova creatura avviene sotto i migliori auspici. Il colosso con 28 miliardi di asset in gestione (immobili di Generali e di terzi) si presenta infatti sulla scena con l’ok a un nuovo fondo immobiliare da 500 milioni, fresco di autorizzazione da parte della Banca d’Italia. Prende così forza e consistenza il nuovo approccio di Generali al mattone, varato alla fine dello scorso anno con la creazione appunto di Generali Real Estate affidata all’amministratore delegato Giancarlo Scotti (presidente è Raffaele Agrusti, direttore generale della compagnia assicurativa): concentrare tutte le attività internazionali in Italia sotto l’ombrello della nuova nata (le 11 società internazionali sono ora filiali della realtà italiana) così da proporsi al mercato come operatore real estate a tutto tondo, dunque aperto anche a clienti terzi. Si tratta di fatto della prima multinazionale italiana del mattone, forte del maggior patrimonio immobiliare in gestione tra i player europei e di un team di 600 professionisti, ma soprattutto con obiettivi di crescita e di redditività importanti: il 6% l’anno da qui al 2016, passando da 28 a 36 miliardi di euro di asset in gestione. All’interno di queste cifre, ancora più ambiziosi sono i target di sviluppo delle gestione conto terzi, oggi pari all’8-10% dei 28 miliardi di asset under management, percentuale che dovrà man mano portarsi verso il 15-16%. I restanti 26 miliardi di asset sono direttamente posseduti dal gruppo Generali, un patrimonio che oggi esprime una plusvalenza latente superiore a 5 miliardi di euro, pari al 30%, rimasta costante anche in questi anni di grave turbolenza, confermando quindi l’efficacia della politica di investimento attuata dal gruppo. Il total return, calcolato a valori di mercato, si è assestato invece intorno al 5%. L’immenso patrimonio posseduto direttamente deriva dall’approccio continuativo della compagnia di Trieste nei confronti degli investimenti immobiliari, considerati funzionali al business assicurativo sia per gli interessanti ritorni nel lungo periodo (redditività ricorrente e creazione di valore) sia perché soggetti a minore volatilità. Il patrimonio del Leone include anche immobili di grande importanza storica e architettonica, così come altri di valenza modernissima e hi-tech, che ha sempre gestito in modo attivo svolgendo negli anni continua attività di rotazione del portafoglio. In particolare il portafoglio del gruppo, con immobili di pregio concentrati nelle grandi capitali, è attualmente per il 65% destinato ad uso uffici, per il 10% al residenziale, per il 15% al retail e per il restante 10% ad altri usi. La quota di residenziale è stata molto ridotta negli ultimi anni a favore di uffici e spazi commerciali, proprio per migliorare la redditività del portafoglio. La maggior parte degli immobili si trova in Europa, in particolare il 41% in Italia, il 21% in Francia, il 17%, in Germania, il 18% negli altri Paesi europei. A Generali Re fanno capo anche le società di gestione dei fondi. Ed è proprio Generali Immobiliare Italia sgr, società specializzata nella gestione di fondi (ne ha già sette) nata nel 2006 e con oltre 4,5 miliardi di masse gestite, che in questi giorni ha istituito Effepi, il nuovo fondo da 500 milioni e con durata ventennale, in cui sono confluiti gli immobili del Fondo Pensione Unicredit. Lo scorso febbraio, la sgr si era aggiudicata la gara per la gestione di tale fondo, mandato che prevedeva appunto anche l’istituzione e la gestione di un fondo immobiliare."

martedì 10 luglio 2012

In vendita la casa di Madonna e Diane Keaton a Beverly Hills

Wallace Neff
E' stata messa in vendita, per la modica cifra di 19 milioni di dollari, una villa a Beverly Hills appartenuta in passato a Betty Grable – attrice statunitense degli anni ’40 e ’50, per cui è stato per la prima volta coniato il termine pin up – a Madonna e a Diane Keaton, musa di Woody Allen e attrice dai mille volti.

L’immobile, progettato da Wallace Neff, celebre architetto americano a cui si deve la creazione dello “stile californiano”, è stato costruito nel 1926 e si trova in perfette condizioni: la villa è grande circa seicento metri quadri ed è dotata di sette camere da letto, otto bagni, due dependance per gli ospiti, una zona esterna per le cene estive, una sala per i giochi (con tanto di tavolo da biliardo!), una piscina e sei acri di giardino circostante. L’attuale acquirente aveva pagato l’immobile circa 16 milioni di dollari, oggi ne chiede ben 19.

mercoledì 4 luglio 2012

La crisi immobiliare dei Balcani

La crisi economica preme e il settore immobiliare ne risente dappertutto, ma ci sono ambiti e Paesi dove la situazione si mostra ancora più difficile: è quando sta accadendo, ad esempio, nei Balcani dove il comparto immobiliare ha iniziato a denotare i primi sintomi della crisi già alla fine del 2008 ed ora il costo delle case è diminuito in una percentuale variabile tra il trenta ed il cinquanta per cento in tutta la zona. Secondo quanto riportato dal sito Setimes.com, sito internet che si occupa delle notizie provenienti da molte nazioni di questa area geografica: dalla Serbia alla Grecia, dalla Romania all’Albania, i progetti per lo sviluppo industriale ed i piani per l’accrescimento del turismo si sono bloccati o sono stati rimandati a momenti migliori; se il tutto dovesse proseguire in questo modo le prospettive degli affari immobiliari appaiono assolutamente desolanti e per nulla positive, come viene sottolineato da tutti gli esperti del settore, a parere dei quali permane un certo interesse delle aziende verso queste aree che è stato solo rimandato, non cancellato, a causa del difficile momento economico.

Soltanto poco tempo fa, nel 2007, il Montenegro era il centro dell’area balcanica per gli investimenti nel settore degli immobili: conquistata infatti l’indipendenza nel 2006 vi era stato un importante affluso di investimenti soprattutto da parte di miliardari russi che aveva spinto i prezzi delle abitazioni nella Capitale montenigrina intorno ai mille euro al metro quadro, mentre sulla cosa il costo si aggirava intorno ai 2500 euro, ora nelle città turistiche della costa, come ad esempio Bar, il crollo dei prezzi è stato circa dell’ottanta per cento.
(da Immobiliare.it)

mercoledì 27 giugno 2012

Sorgente acquista Fine arts building di Los Angeles

Da Massimo Caputi blog, un articolo uscito ieri sul Corriere della Sera:
Sorgente Group of America annuncia l'acquisizione del Fine Arts Building di Los Angeles negli Stati Uniti, per 28,5 milioni di dollari.
 L'immobile, conosciuto anche con il nome di "Global Marine House", rappresenta un vero e proprio simbolo per la città ed è stato costruito nel 1926. Con i suoi 12 piani, occupa una superficie di 120mila piedi quadrati e si trova al numero 811 di West 7th Street, nella via più esclusiva del centro cittadino. "Le nostre acquisizioni hanno sempre una componente architettonica e storica di grande valore, dal momento che la passione e la dedizione sono legate a doppio filo con gli immobili trofeo, categoria alla quale il Fine Arts Building appartiene a pieno diritto" - ha dichiarato Veronica Mainetti, Presidente di Sorgente Group of America.
"Con l'annuncio dell'acquisizione e con i progetti che abbiamo per valorizzarlo, possiamo confermare che questo immobile rimarrà un'icona culturale per Los Angeles".
Riverrock Real Estate Group ha svolto il ruolo di consulenza per conto di Sorgente Group of America, grazie alla sua esperienza nel mercato immobiliare di Los Angeles".

venerdì 8 giugno 2012

Terremoto. Errani: Priorità usare immobili sfitti

Vasco Errani
Il Commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani, a margine di un incontro a Marzaglia nel modenese, con il segretari di Cgil, Cisl e Uil,ha dichiarato: prima la stima dei danni alle abitazioni colpite dal terremoto, poi "attiveremo la cosiddetta fase due per una sistemazione degna e di qualità per la popolazione" privilegiando la sistemazione in case sfitte.  "Stiamo facendo valutazione dei danni, dobbiamo capire bene quante sono le abitazioni inagibili e ci vuole un po' di tempo" ha spiegato Errani a chi gli chiedeva se anche nel modenese verranno utilizzati moduli abitativi provvisori, le famose "casette" già impiegate in Abruzzo. "Dopodiché - ha aggiunto - attiveremo la cosiddetta fase due per una sistemazione degna e di qualità per la popolazione: la priorità è usare il patrimonio immobiliare sfitto. Sulla base della verifica vedremo i numeri e se ci sono le condizioni, ma la priorità è questa, stiamo già facendo un censimento sul patrimonio immobiliare sfitto che è ampio, sistemeremo gli appartamenti con le attrezzature necessarie e su questo verificheremo".

giovedì 7 giugno 2012

Beni Stabili conferma i dividendi

Aldo Mazzocco
Aldo Mazzocco
Da Massimo Caputi blog, un articolo uscito stamattina su Finanza & Mercati, pag 7:

"Anche in periodi di crisi come questo Beni Stabili pagherà regolarmente i dividendi perchè «la capacità industriale - spiega l'amministratore delegato Aldo Mazzocco - dovrebbe consentirci di erogarli anche in mercati difficili». Nel primo investor day il manager ha presentato le attività industriali del suo gruppo immobiliare agli investitori. Nel frattempo proprio oggi nelle casse della società dovrebbero entrare mezzi freschi grazie anche all'ottenimento di un finanziamento ipotecario di 150 milioni, finalizzato al rimborso anticipato dell'indebitamento in scadenza nel 2013. Il nuovo contratto di finanziamento avrà durata quinquennale.
Un'operazione che consentirà alla società di rifinanziare anche un terzo circa del debito in scadenza nel 2013. dando uno sguardo al business il manager ha confermato che, attraverso il fondo Cronob (gestito da Beni Stabili gestioni), è in trattative per rilevare la galleria San Federico a Torino, uno degli immobili storici del gruppo Fonsai. Le stime per quest'anno i conti dovrebbe essere in linea con i risultati dello scorso anno, mentre per il 2013 è atteso in progresso grazie alla piena esecuzione dei contratti di locazione per gli immobili Excelsior e Torri Garibaldi. Il 2012 dovrebbe quindi chiudersi con ricavi da affitti sostanzialmente in linea con i 220 milioni dello scorso anno, un Ebit analogo ai 151 milioni del 2011 e un utile netto prossimo ai 20 milioni, mentre la generazione di cassa dovrebbe migliorare leggermente rispetto agli 87 milioni dello scorso anno."

giovedì 31 maggio 2012

Il mercato immobiliare del 2012 e la crisi: cauto ottimismo

I problemi economici degli italiani si incrociano con la bolla speculativa degli immobili e il piccolo investitore, da sempre accanito sostenitore del mattone, raffredda il proprio entusiasmo verso tale tipo di investimento. La crisi è proseguita nel primo trimestre del 2012 con un trend negativo delle transazioni ma un cauto viraggio verso l’ottimismo sembra prospettarsi all’orizzonte. Il 2011 è stato un anno difficile per il mercato immobiliare italiano. Gli interventi sull'economia, la crisi di liquidità, la difficoltà a trovare e conservare il posto di lavoro e il difficile accesso al credito hanno penalizzato il settore immobiliare. Secondo il rapporto Tecnocasa Group le compravendite tra il 2010 e il 2011 hanno subito una flessione del 2,2% nonostante l'antica fiducia che gli italiani hanno sempre riposto nel mattone. La diminuita capacità di risparmio degli italiani ha peggiorato la situazione provocando una contrazione dei prezzi degli immobili del 4,7%. Per il primo trimestre del 2012 il trend negativo delle compravendite è stato confermato anche in località di prestigio, toccati da flessioni tra lo 0,96% e il 4%. Gli italiani si sono rivelati attendisti e poco propensi a rischiare. Nel mercato immobiliare del 2012 la crisi non è risolta ma gli italiani che pensano che sia un buon momento per acquistare sono saliti dal 45% al 48% e contestualmente sale anche la propensione all'acquisto. Diminuisce anche il numero degli italiani che pensano di rimandare di 12 mesi l'acquisto e scendono dal 21% al 18,6% coloro che pensano non sia un buon momento per acquistare un immobile. In aumento anche il numero di chi ipotizza una tenuta dei prezzi. Il momento per il settore immobiliare continua a non essere tra i migliori e la crisi non è ancora risolta. Per il mercato immobiliare del 2012 la crisi però potrebbe conoscere una inversione di tendenza su cui il cauto ottimismo degli italiani potrebbe influire positivamente soprattutto se i prezzi si attesteranno su valori accettabili e le banche renderanno il credito più accessibile.

giovedì 24 maggio 2012

8 anni di stipendi in coppia: ecco quanto costa la casa

Parlando di mattone lo scenario resta di crisi e gli studi che si occupano del settore iniziano ad estendere il periodo di contrazione fino a tutto il 2014. Chi vuole acquistare casa cerca oggi di capire se il mattone potrà mantenere il valore del capitale nel tempo. Vediamo come negli anni si è evoluto il rapporto tra lo stipendio percepito e il costo delle abitazioni. Se il reddito netto di una coppia di lavoratori dipendenti nel 2011 era di 38.700 euro, occorrono 8 anni di stipendi cumulati per acquistare l'abitazione rispetto alle 6,9 annualità necessarie nel 1970. «Nei decenni considerati si registrano lievissime oscillazioni – spiega Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari –. Quindi possiamo dire che redditi e case viaggiano in modo abbastanza parallelo. Prendendo in considerazione Roma e Milano la media sale nel primo caso a 12,2 annualità, confermando quindi Roma come città mediamente più cara sul territorio italiano, e nel secondo caso a 10,2 annualità». Il 1990 è stato un anno molto brillante per il mercato immobiliare con un'inflazione molto forte, e in quell'anno la media italiana è salita a 8,5 annualità ottenute da due stipendi netti. Tali livelli non sono stati più raggiunti. In quale situazione versa il mattone? “Non siamo in una fase di bolla dei prezzi – afferma Breglia – Siamo nella media degli ultimi 50 anni. Anche gli stipendi sono aumentati poco e, tra il 1990 e il 2011, sono rimasti fermi. La maggior convenienza dei mutui nell'ultimo decennio rispetto ai 30 anni precedenti ha creato i grandi numeri delle compravendite residenziali. Tra il 1970 e il 2000 ci sono state 500.000 compravendite di media all'anno, poi si è saliti a 800.000”. Quindi l’allarmismo sarebbe eccessivo? “Il mercato non si sta muovendo nella direzione del crollo, ci sono meno scambi per effetto delle incertezze. Nell'ultimo trimestre 2011 si è registrato un piccolo sprint del residenziale, che è continuato a gennaio e febbraio, ma da due mesi a questa parte la situazione si è fatta più difficile a causa degli andamenti dell'economia, della politica e della finanza che hanno rallentato gli scambi, calati del 10%“ In Italia l’investitore sembra comunque in una situazione migliore rispetto alla situazione spagnola. In Italia infatti la domanda non sta calando, come invece è avvenuto in Spagna, dove il mercato è alle prese con un milione di case nuove costruite e invendute. Tali costruzioni riguardano per i due terzi località turistiche e per il resto nuovi quartieri lontano dalle grandi città. La domanda degli stranieri è colata a picco a causa della bassa qualità delle costruzioni. In Italia l’invenduto risulta essere di 150.000 alloggi ed è distribuito sul territorio. Inoltre la dinamica demografica italiana è molto diversa da quella spagnola: lo stivale ha il 30% in più di abitanti ed è in continuo aumento l'immigrazione verso le grandi città.

lunedì 21 maggio 2012

Mediobanca: per l'immobiliare altri 2 anni difficili

Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca
Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca
Gli analisti di Mediobanca mettono in conto altri due anni difficili per il settore immobiliare italiano.L'istituto presieduto da Renato Pagliaro ha infatti dichiarato in una nota: "Non vediamo alcun segno di recupero del comparto nel 2012-2013".
Le condizioni del credito rimarranno difficili sia in termini di nuovo debito sia di rifinanziamento di quello esistente; lo scenario macro negativo farà salire l'indice delle disponibilità abitative (vacancy rate) nei mercati chiave come quello degli uffici a Milano; l'austerity, che farà aumentare le tasse sul settore immobiliare, inizierà a mordere nella seconda parte dell'anno; la domanda da parte degli investitori stranieri e dei fondi immobiliari italiani resterà debole”.
“Di conseguenza – sempre secondo Mediobanca - i prezzi degli immobili dovrebbero diminuire dell'1,5%-2% quest'anno e rimanere deboli il prossimo.
In più - continua l'istituto guidato da Alberto Nagel - la valorizzazione, le sedi secondarie e la bassa qualità degli asset saranno particolarmente sotto pressione”.
Fatte queste premesse gli investitori dovrebbero continuare a mantenere un bassa esposizione al settore immobiliare italiano.

giovedì 17 maggio 2012

Compravendite in calo, ma prezzi in tenuta

Ancora vendite in calo, anche come superficie di venduto.
I prezzi, invece, sembrano tenere, a dimostrazione di una virtù tutta italiana: la polverizzazione della proprietà impedisce ai proprietari quei ragionamenti economici che portano in breve tempo ai crolli dei prezzi. Il piccolo proprietario, infatti, anche a costo di enormi sacrifici, non svende e non affitta a prezzi troppo bassi. Questo è però un comportamento che una grande immobiliare non può permettersi. Secondo i dati diffusi dall'Osservatorio immobiliare dell'agenzia del Territorio, si assiste a una riduzione dei volumi di compravendita delle abitazioni.
Nel 2011 sono state 603.176, il 2,3% in meno rispetto al 2010. Nei capoluoghi di provincia il calo è stato irrisorio (0,6%), mentre negli altri Comuni, Almedia ha registrato un -3,1%. La metratura del venduto è scesa a 62 milioni di metri quadrati, 1,5% in meno rispetto al 2010. La sorpresa viene dai prezzi: la quotazione media risulta pari a 1.584 €/mq, in leggero aumento rispetto al 2010 (+ 0,7%) e abbastanza omogena tra capoluoghi e centri minori. Capitolo a parte per quanto riguarda l'andamento del mercato nelle otto principali città italiane (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze): in piena controtendenza, un incremento delle compravendite del 2,4% rispetto al 2010. Il volume degli scambi si attesta a circa 25,2 miliardi di euro (+ 3,2% rispetto al 2010).
Un quadro quindi meno negativo delle previsioni, anche se secondo il Censis il reale momento critico dovrebbe avvenire nel 2012, causato dal cortocircuito tra Imu e crisi della liquidità che potrebbe incrementare l'offerta in maniera tale da far scendere i prezzi anche del 20%.

venerdì 11 maggio 2012

Rapporto 2012 mercato residenziale

È stato presentato ieri a Roma il Rapporto realizzato dall’Agenzia del Territorio, realizzato in collaborazione con l’Associazione bancaria italiana, sull’andamento del mercato immobiliare delle abitazioni nel 2011.
Giunto alla sua undicesima edizione, il Rapporto Immobiliare 2012 presenta un’analisi completa sul trend delle compravendite di abitazioni e sulle tipologie dimensionali, sul livello dei prezzi e del fatturato, sulla quantità e distribuzione dei mutui ipotecari. Completa l’analisi la stima delle condizioni di accessibilità delle famiglie italiane all’acquisto di un’abitazione, sulla base di uno specifico indice di affordability. In questa nuova edizione è stato aggiornato l’andamento dell’indice rispetto allo scorso anno e viene proposta per la prima volta una stima per due diversi tipi di famiglie ed a livello regionale.
Si può leggere uan sintesi su Tribuna economica >>

giovedì 10 maggio 2012

Massimo Caputi e Fimit

Massimo Caputi a.d. Fimit
Massimo Caputi a.d. Fimit
Massimo Caputi entrò in Fimit nel 2000 come Amministratore Delegato.
Fimit era una società di gestione del risparmio nata nel 1998 per iniziativa di Medio Credito Centrale e Inpdap ma affossata da una gestione inefficiente. L’ingresso di Massimo Caputi in fimit segnò una svolta.
Nel 2002 arrivò il collocamento del Fondo Alpha: il primo fondo per Fimit, nonché il primo fondo ad apporto pubblico in Italia e primo fondo immobiliare ad essere quotato presso la Borsa Italiana di Milano. Il successo si consolidò nel 2004 con il collocamento e la quotazione del Fondo Beta che ottenne un record di domanda con un bid-to-cover pari ad 1,3 volte l’offerta. Nel 2006 arrivò il primo fondo con focus dedicato al settore turistico ed entertainment (tra cui i famosi cinema multisala ex-Warner: The Space). Il fondo Delta raggiunse una raccolta da record di ben 210 mln di euro in fase di collocamento. Massimo Caputi lasciò la guida di Fimit dall’inizio del 2007 per rientrarvi nel luglio 2008 come azionista e amministratore delegato.

A fine 2008, in piena crisi finanziaria, arriva l’occasione per Massimo Caputi di aiutare il sistema bancario italiano facendo conferire in fondi istituzionali il patrimonio immobiliare dei grandi gruppi bancari italiani. Con i fondi Omega e Omicron Plus, Intesa San Paolo e Unicredit apportano oltre 500 immobili per un controvalore di quasi 2 miliardi di euro. Per il fondo Omicron Plus, oltre 1 miliardo di asset, l’intero collocamento delle quote avviene in soli 18 giorni lavorativi. Nel 2009 è la volta degli immobili del gruppo assicurativo Fondiaria-Sai con la creazione del fondo Rho.

Tutte queste operazioni sviluppano e consolidano la leadership di Fimit come player di riferimento nazionale e di Massimo Caputi come Top Manager. Massimo Caputi in Fimit è il manager che riesce ad ottenere la fiducia da chi deve valorizzare il proprio patrimonio immobiliare, dagli investitori ma anche dalle agenzia di rating internazionale. Nello stesso anno, Fitch Rating promuove la capacità gestionale con un upgrading del rating Manager “M2-/Strong”. Un rating che si misura su cinque ambiti gestionali: la capacità di selezione dell’investimento, la gestione del portfolio, l’amministrazione dell’investimento, la gestione del rischio e la gestione aziendale.

Ancora una volta, il successo di Massimo Caputi nel creare valore per gli azionisti si conferma, nel 2010, con l’interessamento del fondo di investimento DeA Capital, Gruppo De Agostini, per Fimit, già leader di mercato con oltre 5 miliardi di patrimonio gestito. A fine 2011, la fusione tra First Atlantic Real Estate (FARE) e Fimit porta alla creazione di Idea Fimit, il più grande player del settore dei fondi immobiliari in Italia con quasi 10 miliardi di patrimonio gestito.
Ad Aprile 2012 Massimo Caputi esercita poi il suo diritti di put e cede la sua quota in Idea Fimit.

giovedì 3 maggio 2012

Mercato immobiliare francese: imminente collasso?

Gli analisti della Danske Research sembrano non avere dubbi: il mercato immobiliare francese mostrerebbe tutte le caratteristiche di una bolla immobiliare pronta a scoppiare nel giro di due anni.

Dopo la caduta dei prezzi del 2008 in Francia, nel 2009 i prezzi delle case sono aumentati considerevolmente fino a raggiungere il massimo storico nella seconda metà del 2011. In base al rapporto della Danske Research, l'aumento complessivo dal 2000 ad oggi è stato del 121%. Tutto ciò nonostante i dati del settore delle costruzioni non siano certo positivi.
Infatti la costruzione di nuove abitazioni ha subito una brusca frenata nel 2012. La domanda di prestiti non sembra registrare un trend diverso, confermando una caduta drastica della domanda di prestiti per l'acquisto di abitazioni, probabilmente in virtù dei criteri sempre più rigidi per l'accesso al credito.
La morosità è inoltre aumentata del 12%.
Nonostante la situazione generale del Paese e le condizioni in cui versa il settore, i prezzi degli immobili hanno continuato ad aumentare. I maggiori aumenti sono stati registrati a Parigi dove si sarebbe generata, secondo i responsabili dell'osservatorio delle abitazioni, una vera e propria "bolla" pronta ad esplodere. Ma secondo Danske Research l'attuale situazione del mercato immobiliare è destinata a cambiare nel corso dei prossimi anni, quando la bolla immobiliare scoppierà e i prezzi degli immobili cadranno tra il 10 e il 20%.

venerdì 20 aprile 2012

Compravendite in calo ma prezzi invariati: tutti i guai del mercato immobiliare

Sembra crollare il mattone come forma di investimento per le famiglie apuane.
Il mercato infatti è ormai ridotto al minimo ma i prezzi rimangono invariati rispetto al periodo precedente la crisi. Per trovare un immobile a basso prezzo bisogna spostarsi verso la Lunigiana, Aulla e Pontremoli, dove si possono ancora acquistare immobili spendendo dagli 850 ai 1850 euro al metro quadrato. Passando invece alla fascia costiera i prezzi aumentano notevolmente, passando dai 3.400 euro al metro quadrato per un’abitazione fronte porto a Marina di Carrara fino ai 4.700 di Cinquale.
A tale proposito il presidente provinciale Fiaip, Felice Caliolo, affrema che “l’unica nota positiva in questo momento è che nella nostra provincia i valori di mercato hanno retto, insomma ancora non c’è stato il crollo come in Spagna. Tuttavia il numero di transazioni è calato moltissimo”. Le cause sono ovviamente molte, fra tutte la crisi globale. “Le banche che non danno più accesso al credito alle famiglie — prosegue Caliolo — Quattro o cinque anni fa alcuni istituti coprivano anche il 100% del mutuo, attualmente invece le famiglie devono avere da parte almeno il 30% del valore dell’immobile, e inoltre le garanzie richieste sono sempre più restrittive. Oggi però le famiglie non hanno più soldi da parte e per le giovani coppie è sempre più difficile comprare casa”. Alla luce anche dei recenti sviluppi riguardo l’introduzione dell’Imu è molto difficile fare previsioni sul futuro del mercato immobiliare.I prezzi potrebbero crollare o tenere, gli affitti aumentare a causa delle nuove tassazioni oppure no. Ciò che è certo è che regna l’incertezza. Solo i prossimi mesi potranno fornire dei dati per risposte certe.

lunedì 16 aprile 2012

Imu: effetti sul mercato immobiliare

Entro il prossimo 16 giugno tutti i proprietari di uno o più immobili dovranno pagare prima rata dell’Imu, la nuova imposta che sostituirà l’Ici e che dovrà essere pagata anche sull’abitazione principale. La cifra annuale varia a seconda della rendita catastale, del tipo di immobile e dell’aliquota stabilita dal Comune in cui lo stesso è situato. L’impatto della nuova tassa avrà incidenza sul mercato in base all’uso che dell’immobile viene fatto. Pare, secondo le prime stime, che per quanto riguarda le abitazioni principali non avrà grossi impatti sul mercato immobiliare. Ad esempio su un’abitazione con una rendita catastale di 1.000 euro (ad esempio per un trilocale non di lusso in una grande città) in un Comune che applica un’aliquota standard dello 0,4%, infatti, si pagheranno 472 euro, una cifra che non dovrebbe portare i proprietari a compiere scelte radicali. Per quanto riguarda le seconde case invece, su un immobile con rendita catastale di 1.000 euro in un Comune che applica l’aliquota standard dello 0,76% dovranno essere pagati ben 1.277 euro. Capitolo a parte per gli immobili in locazione. Si calcola infatti che l’Imu toglierà ai proprietari una quota che oscilla tra il 10% e il 18% del canone annuo, a seconda del tipo di immobile e della città. Da non dimenticare che oltre all’Imu continueranno a pesare sulle tasche dei locatori anche le tasse precedenti che gravano sugli immobili concessi in affitto. Quindi, essendo rischioso aumentare il canone per il rischio di ritrovarsi con un immobile sfitto, con ogni probabilità molti immobili oggi concessi in locazione saranno messi in vendita. Questo, tuttavia, potrebbe non causare un crollo dei prezzi ma contribuire a vivacizzare il mercato, alla sola condizione però che le banche tornino ad erogare mutui.

sabato 14 aprile 2012

Massimo Caputi e Daniel Buaron si preparano a lasciare dopo il riassetto IDeA Fimit

Massimo Caputi
Massimo Caputi
Da Il Mondo: "Nuova IDeA Fimit : Massimo Caputi e Daniel Buaron si preparano a lasciare dopo il grande riassetto".
Grande riordino in corso in IDeA Fimit, la sgr immobiliare controllata da DeA Capital del gruppo De Agostini con 9,5 miliardi di asset gestiti tra i quali immobili di grande prestigio come le sedi storiche dei gruppi bancari Unicredit e Intesa Sanpaolo in pia772 Cordusio a Milano. Dopo Daniel Buaron, anche Massimo Caputi potrebbe lasciare prima della scadenza i vertici della società di gestione. E pure un altro manager, Matteo Cicloni, oggi alla guida di Fimit International, starebbe ridefinendo il rapporto con la sgr che vede crescere sempre di più il peso dell’ad Massimo Brunelli (ex direttore finanziario di Telecom Italia). Secondo quanto risulta al Mondo, Massimo Caputi, che ricopre la carica di consigliere delegato allo sviluppo del mercato italiano, avrebbe avviato una trattativa con DeA Capital per anticipare l`esercizio della put prevista per fine agosto 2012. Com`è scritto negli accordi parasociali che hanno suggellato la fusione tra Fimit e First Adantic nel gennaio del 2011, in seguito all`esercizio della put scatta per Massimo Caputí il pagamento di una somma pari all`incirca a 20 milioni di euro, che rappresenta il saldo per il pacchetto di azioni detenute dal manager (sia a livello personale che attraverso la Feidos) nel capitale della sgr (circa il 17%). L`intera quota era stata valutata 30 milioni al netto del debito ma una parte dei soldi Massimo Caputi li ha già ricevuti all`atto della fusione. Da alcune indiscrezioni risulta che Massimo Caputi abbia richiesto ai soci di poter esercitare la put con alcuni mesi di anticipo rispetto ai termini convenuti spiegando che considera concluso il periodo di accompagnamento dello start up della fusione. Non risulta a oggi che le parti abbiano sottoscritto un contratto sul punto e la questione resta aperta. Se la richiesta dovesse essere accettata, Caputi si presenterebbe dimissionario all`assemblea di metà aprile convocata per l`approvazione del bilancio. In ogni caso, sembra chiaro che quello del manager con IDeA Fimit è ormai un rapporto giunto al capolinea, così com`è finito quello con Buaron che fi- no a qualche settimana fa aveva le deleghe per lo sviluppo del mercato estero. In base ad alcune ricostruzioni, Buaron aveva manifestato da mesi la volontà di lasciare in anticipo IDeA Fimit e ha formalizzato le dimissioni proprio in vista dell`assemblea di metà aprile. Il manager resterà nel cda di Dea Capital di cui detiene circa il 3%, ma esce completamente da IDeA Fimit. Una decisione che è stata giustificata da lui stesso con la volontà di dedicarsi ad altri progetti ma che pone qualche interrogativo sull`adesione alla linea aziendale, visto che Buaron esce ma riceverà il saldo delle sue quote solo a fine 2013 (31,8 milioni per il 40,3% del capitale di IDeA Fimit). Per quanto riguarda Cidonio, in seguito alla rinegoziazione dell`attuale contratto potrebbe restare come consulente strategico per l`estero o, in alternativa, uscire del tutto alla fine del 2012. È chiaro che tali uscite, se dovessero verificarsi tutte insieme, porranno un problema di governane e di revisione dei patti parasociali per IDeA Fimit.

mercoledì 11 aprile 2012

Massimo Caputi e Idea Fimit: il manager lascia la società

Massimo Caputi Idea Fimit
Massimo Caputi
amministratore delegato Idea Fimit
Massimo Caputi lascia Idea Fimit, la società immobiliare controllata dalla Dea Capital del gruppo De Agostini di cui era consigliere delegato.
Caputi questo pomeriggio ha lasciato ogni incarico nella società e ha ceduto le sue residue partecipazioni nel gruppo immobiliare. Lo comunica una nota di Dea Capital.
Gli accordi parasociali siglati nel gennaio 2011, al momento della fusione fra Fimit e la First Atalntic, prevedevano la possibilita' per Caputi di esercitare una put a partire dall'agosto 2012, ma il manager e il gruppo De Agostini hanno raggiunto un accordo per esercitare anticipatamente l'opzione di vendita. Massimo Caputi, come aveva fatto l'altro consigliere delegato Daniel Buaron 15 giorni fa, lascia quindi il gruppo.
IDeA FIMIT SGR era nata nel 2011 dalla fusione per incorporazione di FIMIT SGR, già leader di mercato con oltre 5 miliardi di patrimonio gestito, e First Atlantic Real Estate (FARE), IDeA FIMIT SGR è il più grande player del settore dei fondi immobiliari in Italia ed il quarto in Europa per asset under management.

martedì 3 aprile 2012

Arezzo: Sfratti e crollo del mercato immobiliare

Secondo il rapporto sulla condizione abitativa in Toscana aumentano gli sfratti nell'Aretino.
La situazione viene descritta dal rapporto come una vera e propria emergenza sociale. Sembra che ad Arezzo la situazione non sia peggiore rispetto alle altre città toscane, ma ciò che preoccupa è la crescita sensibile. Infatti si è passati dai 114 sfratti esecutivi del 2006 (a fronte di 333 provvedimenti emessi) ai 209 del 2010 ( a fronte di 432 provvedimenti emessi). Questi numeri sono saliti costantemente anno dopo anno passando a 119 nel 2007, a 126 nel 2008 fino ai 146 del 2009. In piena crisi economica il trend non si è smentito: il 92% degli sfratti è avvenuto per morosità. Per quanto riguarda i dati sugli immobili emerge che, a fine 2010, quelli residenziali erano 182.577 a fronte di144.955 nuclei familiari. La categoria catastale più diffusa è la A3, cioè "abitazioni di tipo economico", che nel’aretino corrispondono al 50,7% dei casi. Il 23,8% risulta invece come "Abitazione popolare " (A4) e il 18.6% come "abitazioni di tipo civile" (A2). A riguardo delle dimensioni, secondo l’Istat, Arezzo sarebbe la provincia toscana con le metrature più ampie. La media delle superfici abitative, infatti, si attesta sui 133,2 metri quadrati, seguita da Lucca con 129,6 metri quadrati. Anche i vani delle case aretine risultano i più grandi della provincia con una media di 21,4 metri quadrati. Altra nota dolente è quella delle transazioni delle abitazioni. Che il mercato immobiliare avesse subito la crisi era risaputo. Nel 2006 (anno del picco di espansione del mercato immobiliare) le transazioni sono state 4872, nel 2010 sono scese a 3287. Tale decrescita ha toccato tutta la Toscana. Quella di Arezzo è probabilmente una delle situazioni meno difficili, ma le problematiche riguardanti "l’emergenza abitativa" sono tutte presenti. Secondo le previsioni, sfratti e crollo del mercato non hanno ancora raggiunto i picchi massimi che sono però previsti,visto l'aggravarsi della crisi economica.

giovedì 22 marzo 2012

Nuovo ossigeno per il mercato immobiliare

Sembra che il mercato torni finalmente respirare, soprattutto nelle grandi città. Secondo alcuni media italiani si sarebbero registrati leggeri aumenti nelle compravendite immobiliari delle otto più grandi città per popolazione residente. Primo nella classifica è Torino che registra una crescita del più 15,6%, un vero record a livello nazionale. A seguire Roma con un aumento del 11,7% e Firenze con un ¬+10%. Buoni anche i risultati delle altre grandi città, a partire da Milano che registra un incremento dell’1,7 (dato molto basso) a Napoli che sfiora un +9%. A livello nazionale la variazione del mercato immobiliare dello scorso anno rispetto a quello precedente risulta positiva in ogni città. (dati dell’Agenzia del Territorio) Il mercato immobiliare romano non sembra conoscere flessioni, registrando continui risultati positivi.

martedì 13 marzo 2012

Nuovi trend del mercato immobiliare nazionale residenziale

Il 2012 sembra mostrare una timida ripresa per quanto riguarda il mercato immobiliare residenziale, probabilmente come conseguenza dell'incertezza sul fronte dei mercati finanziari, dei mutamenti in ambito governativo e per la stretta sui mutui. Tali elementi si sono riflettuti in una contrazione del numero delle compravendite: da un lato le riviste condizioni di accesso al credito hanno generato molte difficoltà per il target medio e medio basso nell'acquisto della prima abitazione con ricorso a mutuo, in secondo luogo anche il target medio alto si è mostrato in attesa di valutare la nuova imposizione fiscale che ricadrà sugli immobili. Riguardo alle grandi città i prezzi hanno subito una flessione media del 2% con qualche distinguo. Milano, Roma e Torino hanno mostrato una tenuta dei prezzi e dinamiche simili riguardo gli altri indicatori di mercato. Anche Verona e Genova hanno tenuto mentre hanno subito una flessione del 3% Bologna, Cagliari e Firenze e un calo del 5% Napoli e Bari. In generale si sono rivelate più stabili le soluzioni immobiliari di maggiore livello qualitativo, mentre si è trovata più in difficoltà l'offerta di scarsa qualità in periferia. A livello geografico, le zone che hanno evidenziato contrazioni delle quotazioni maggiori sono le regioni del sud (-4,1%) e del centro Italia (-3,3%). In forte aumento i tempi di vendita: in media si attestano intorno ai 6,5 mesi nelle grandi città, ma si ha una tendenza all'aumento soprattutto per le soluzioni di minore appeal. Tale fenomeno è più marcato per i capoluoghi minori dove in alcuni casi si possono toccare anche i 12 mesi. Lo sconto medio che i proprietari concedono in sede di chiusura delle trattative è molto variabile a seconda di contesto enecessità di vendita del proprietario: in media siamo intorno al 10 -15%. La fascia più colpita dalla crisi è prevedibilmente quella costituita da giovani coppie e stranieri che vogliono acquistare la prima casa. Tale domanda sembra si stia spostando verso la locazione. In aumento invece la propensione all'acquisto immobiliare dell'investitore privato, al fine di proteggere il patrimonio. La soluzione preferita è di solita quella dell’acquisto di tagli medio-piccoli per i figli o da mettere a reddito, con ricavi medi intorno al 3,5%. Le locazioni per studenti si confermano tra le opzioni che offrono rendimenti maggiori. Le incertezze maggiori riguardano le conseguenze relative all'introduzione dell'Imu, che di fatto prevede un aumento della tassazione sia sulle prime che sulle seconde abitazioni. Per il 2012 si prevede una lieve ripresa delle compravendite a patto che le banche tornino a concedere mutui riducendo gli spread applicati. Una reale ripresa del mercato immobiliare non è comunque prevista prima del 2013.

mercoledì 7 marzo 2012

Mipim: grandi nomi al convegno di QI

Quotidiano Immobiliare, in partnership con lo studio legale NCTM, organizza per domani, h 16.30, al Mipim, il convegno "Still investing in Italy".
Alcuni top managers europei delle principali società operative a livello globale interverranno per illustrare in un breve speech di 5 minuti il loro sentiment sul mercato italiano, accompagnati dal country manager della società in Italia o da un manager di riferimento. L'evento sarà introdotto da un saluto del Direttore del Mipim Filippo Rean. Al tavolo dei relatori "italiani" ci saranno Guglielmo Pelliccioli di QI, Luigi Croce di NCTM, Aldo Mazzocco come Presidente Assoimmobiliare e Ceo Beni Stabili Siiq, Massimo Caputi di Idea Fimit e Stefano Scalera dell'Agenzia del Demanio. Gli speakers stranieri invece saranno: Justin O'Connor, con Cristiano Ronchi (Cordea Savills), Alice Breheny, con Alberto Albertazzi (Henderson Global Investors), Nico Tates, con Vittorio Annoni (Aberdeen AM), Axel Wunnenberg, con Benedikt Gabor (Catella Real Estate AG), Roberto Fraticelli Eurocommercial Properties, Olivier Teran, con Marco Plazzotta (Allianz Real Estate), Francois Rispe (ProLogis) con Massimo Mazzi (Redilco RE).
(da www.ilqi.it "Mipim: vetrina da non perdere")